RUUD KROL “IL TULIPANO LIBERO”

"I'll Keep Holding on"

RUUD KROL “IL TULIPANO LIBERO”

ruud krol

Calcisticamente nasce come terzino sinistro e successivamente verrà spostato al centro della difesa. Ambidestro, dotato di grande visione di gioco e tecnica sopraffina. Le grandi doti di palleggio gli conferivano propensione alla manovra e precisione nei lanci lunghi. Insuperabile in marcatura e nel gioco aereo, grazie al suo fisico imperioso. Nonostante i suoi 184 cm abbinava potenza e velocità in progressione.

Rinus Michels

Fu’ lanciato da Rinus Michels, stratega e innovatore di uno spartito tattico fondato sulla zona applicata. Il nuovo concetto fu’ esaltato da una generazione fantastica di calciatori capeggiata da Johan Cruijff e appunto Ruud Krol. Assieme vinsero la prima Coppa Campioni nel 1971 contro il Panathinaikos .

Nel 1972 e 1973 Rinus Michels, abbagliato dalle sirene catalane, lascia i lanceri e le redini a passarono a Stefan Kovacs. Arrivarono comunque altre 2 Coppe Campioni rispettivamente contro Inter e Juventus.

Tuttavia, dopo l’ultimo successo in coppa campioni del 1973, lo squadrone dell’Ajax perse i suoi elementi più rappresentativi. Incomprensioni all’interno dello spogliatoio e scelte personali dettate da fattori economici, ridimensionarono ambizioni e risultati dei lancieri. Krol e company ebbero l’ultima possibilità di imporsi con l’Olanda comandata da Michels nei Mondiali del 1974 in Germania Ovest.

Ruud Krol Libero nel “Totaalvoetbal

Nell’Ajax Krol ereditò la fascia di capitano da Keizer e si impose anche nel ruolo di libero che ricoprì con la nazionale Orange ai Mondiali, in Argentina, del 1978. Lasciato l’Ajax, nel 1980, passò al Vancouver. L’esperienza canadese non durò però a lungo. Krol venne prelevato dal Napoli e nella città partenopea il campione olandese visse la sua seconda giovinezza calcistica.

Divenne colonna e idolo della tifoseria e ci rimase dal 1980 al 1984. Al crepuscolo del tramonto fisico passò infine al Cannes per due stagioni sino al definitivo ritiro.

Ruud Krol rappresenta quindi l’emblema del calciatore moderno. Qualsiasi allenatore vorrebbe, all’interno della propria squadra, un leader di questa caratura. In un epoca in cui contestualmente alla crisi economica del calcio mondiale, si perpetua la crisi del talento, sarebbe opportuno reinvestire seriamente nel settore giovanile.

Sviluppare le basi tecniche per esaltare le caratteristiche individuali. L’obiettivo è riconoscere e promuovere il talento. Anche le filosofie di calcio più evolute si dissolverebbero senza i talenti che ne esaltano il collettivo.

 

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